Lo scrittore inglese Edward Lear (1812-1888), che intraprese un viaggio nelle provincie meridionali del Regno di Napoli, a Venosa fu ospite della famiglia dei Baroni Rapolla. Nel suo Viaggio in Basilicata – 1847, fa una descrizione minuziosa della casa e degli usi di una delle famiglie più in vista della città all’epoca:
“È una casa che si estende, a dismisura, in un cortilone in cui i granai, le stalle, e una miriade di… animali domestici, attestano la prosperità economica del proprietario. […] Siamo stati invitati ad entrare in stanze molto confortevoli, piene di letti enormi, specchiere, guardaroba, e di altre comodità sconosciute ai tempi di Orazio. Dopo un po’ ci siamo preparati per la cena, anche noi nei nostri abiti migliori, per conformarci sia al rango dei nostri ospiti, Grandi di Spagna napoletani, sia all’ordine e al buon gusto con cui la casa è arredata.”
Situato alle spalle di Piazza Orazio, a metà strada tra il Castello Pirro del Balzo e la Cattedrale di Sant'Andrea, tra il potere politico e quello religioso, “Palazzo Rapolla”, dal 2015 è sede di Porta Coeli. Il complesso residenziale dei Baroni Rapolla, di originale impianto seicentesco, costituisce un caso singolare di residenza signorile in quanto comprende non un semplice atrio ma un ampio ed articolato spazio privato, in parte a giardino, che serve più edifici. L’ampiezza e l’articolazione del complesso residenziale e degli spazi di pertinenza sono da mettere in relazione alla funzione svolta da alcuni corpi di fabbrica, fino all’Ottocento, per il deposito e la distribuzione del sale e della polvere da sparo. Il palazzo è servito da più accessi che danno sulle strade che lo circondano; l’accesso più rappresentativo, in vico S. Domenico, è costituito da un portale inserito in un’alta parete dotata di feritoie; il portale, preceduto da due pilastrini, è molto ampio per consentire il passaggio di mezzi di trasporto.
La parte del complesso destinato a residenza signorile, che ospita le sale della Galleria d’arte internazionale Porta Coeli, con l’Academy e il Centro studi della Cultura del Mediterraneo, è ubicata su un lato del cortile, lungo Via Sallustio, con affaccio su Piazza Orazio ed è servita da apposita scala evidenziata dalle piccole aperture sul cortile interno di epoca ottocentesca. I portali di ingresso, con arco a tutto sesto, si presentano con concio di chiave decorato e stemma. L’ampio cortile, ormai pubblico, ha una pavimentazione in ciottoli, in parte suddivisa in campi da sottili liste in pietrame. È ancora presente il pozzo completo di vera ottagonale, in blocchi di pietra a tutt’altezza allargati alla base. È uno dei palazzi signorili più significativi dell’intero tessuto urbano di Venosa. Nell’ampio porticato è possibile ammirare epigrafi e altri manufatti di spoglio come un frammento di colonna di epoca romana. La costruzione e la distribuzione interna degli spazi risultano strettamente connesse alla cultura e alle possibilità economiche dei committenti, i Baroni Rapolla appunto, che al tempo erano i più grandi proprietari terrieri della zona.